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Catalogazione di strumenti di geodesia e topografia dei secc. XIX-XX

Lo stage prevede la catalogazione di strumenti di geodesia e topografia dei secoli XIX e XX conservati presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano attraverso il tracciato PST per il patrimonio scientifico e tecnologico nell’ambito del Sistema Informativo Generale del Catalogo SIGEC Web.
Gli strumenti di geodesia e topografia oggetto di studio documentano i progressi registrati dalla seconda metą dell’Ottocento in poi.

La celerimensura č un metodo di rilevamento planimetrico e altimetrico inventato dall’ingegner Ignazio Porro verso il 1822 ed č un metodo di triangolazione basato sulla determinazione, da una base di stazionamento, di tre valori fondamentali di un secondo punto del territorio: distanza in linea d'aria dalla stazione, angolo orizzontale, angolo zenitale. La celerimensura č ancora oggi, nel mondo, la tecnica principale di rilevazione topografica diretta alla media distanza.

I beni oggetto di studio partono proprio da un nucleo di strumenti realizzati da Ignazio Porro: dal polioptometro, strumento per la misura del potere rifrangente dei cristalli, al cannocchiale panfocale e anallattico al fotogoniometro,  apparecchio che nella fotogrammetria serve a misurare angoli di posizione di coppie di punti della zona di terreno abbracciata da un fotogramma.

Si prosegue poi con strumentazioni realizzate sempre nella seconda metą dell’Ottocento da Giuseppe Spano per i rilevamenti topografici: dal tacheometro (per le misure indirette delle distanze)  al clisigoniometro (per determinare piccoli dislivelli del terreno).

Si arriva infine agli strumenti realizzati verso nell’ultimo quarto dell’Ottocento dall’ingegner Pio Paganini, incaricato dall’Istituto Geografico Militare di partecipare alla formazione della rete geodetica italiana e, dal 1878 in poi, di approfondire gli studi sulla fotografia applicata alla topografia, iniziati dal Porro, per realizzare la prima carta topografica dell’Italia unitaria 1:25.000. Furono i suoi strumenti – quale ad esempio l’apparecchio fototopografico conservato al Museo della Scienza e della Tecnologia – a stabilire i metodi di rilievo della fotogrammetria terrestre che avrebbero soppiantato l’uso della tavoletta pretoriana nel rilievo topografico di zone impervie e inaccessibili quali, ad esempio, quelle di montagna.