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Ricerche di iconografia musicale nel secolo XV a Rimini

Lo stage prevede la catalogazione di elementi di iconografia musicale nel Tempio Malatestiano di Rimini, con particolare attenzione al programma scultoreo di Agostino di Duccio, attraverso il tracciato OA per i beni storici artistici nell’ambito del Sistema Informativo Generale del Catalogo SIGEC Web.

Si è dimostrata utile ai fini della ricerca un'introduzione storico- artistica a questo luogo della memoria, in cui sacro e profano appaiono mirabilmente fusi, attraverso un linguaggio tardogotico che in certi casi cede il passo ad un gusto più marcatamente rinascimentale. Un emblema del Rinascimento, appunto, come già afferma Cesare Brandi nel 1956, il Tempio Malatestiano fu in origine una chiesa benedettina, ricostruita dai francescani nel corso del XIII secolo, poi modificata su intervento di Sigismondo Pandolfo Malatesta nel XV secolo, quindi cattedrale dal 1809 per volontà di Napoleone Bonaparte.

L'attuale aspetto della complessa fabbrica è dovuta alla tenace volontà di uno dei più celebri signori e committenti riminesi di tutti i tempi, Sigismondo Pandolfo Malatesta, signore di Rimini dal 1432 al 1468. Nel febbraio del 1447 Sigismondo ottiene l'autorizzazione dal papa Niccolò V alla costruzione di una cappella funeraria intitolata a San Sigismondo all'interno della chiesa di San Francesco, da tempo scelta dai Malatesta quale chiesa dinastica. In quello stesso anno Isotta degli Atti, amante ed in seguito terza moglie di Sigismondo, ottiene l'approvazione al restauro e ampliamento della cappella attigua, intitolata all'Arcangelo Michele, ma comunemente detta di Isotta. A capo del cantiere il veronese Matteo de' Pasti, architetto, pittore e scultore presso i Medici, gli Este, quindi ingaggiato dai Malatesta. A lui si affiancherà dal 1449 Agostino di Duccio, autore del programma scultoreo e decorativo all'interno del tempio.

Dal 1450, quando l'intervento di Sigismondo si estende all'intero edificio, è attestata la presenza di Leon Battista Alberti, al quale si deve il progetto esterno dell'edificio, mai concluso a causa della scomunica di Sigismondo nel 1460 e successiva morte nel 1468. Il progetto e modello finale approvati dal signore di Rimini, giunge ai nostri giorni attraverso la famosa moneta modellata e fusa da Matteo de' Pasti, in cui appare la facciata del tempio; è possibile ammirare la grande cupola a calotta, ispirata al Pantheon romano, che in tutto doveva completare quell'immagine dell'antico, quel richiamo al tempio classico, che appare comunque leggibile in tutto il complesso architettonico.

Alla razionalità classicheggiante dell'involucro esterno fa riscontro l'atmosfera cortese evocata da Matteo de' Pasti all'interno dell'edificio, dove echi tardo gotici sono mirabilmente abbinati al gusto cortese, che però apre lo sguardo al dirompente Rinascimento, quello di Agostino di Duccio nei rilievi marmorei istoriati che ornano i tre lati dei pilastri d'ingresso alle cappelle. Su questo argomento si focalizza la ricerca, che con ulteriore scelta di dettaglio in direzione dell'iconografia musicale, proprio individuabile in alcuni dei suddetti rilievi.

Un'attenta ricerca bibliografica, abbinata ad un esame delle fonti ed ai sopralluoghi, hanno reso possibile l'individuazione di venticinque rilievi così dislocati nelle seguenti sei cappelle: un rilievo nella Cappella della Madonna dell'Acqua, uno nella cella memoriale dei caduti, quattro nella cappella dell'Angelo Custode o dei giochi infantili, sei nella cappella delle Muse o delle Arti Liberali, uno nella cappella dei Pianeti e dei segni zodiacali  e per finire dodici nella cappella di San Michele Arcangelo o di Isotta. In questi rilievi è possibile leggere un contenuto musicale che si esplica attraverso il canto, la danza e gli strumenti musicali suonati o portati comunque all'evidenza dell'osservatore.

La catalogazione di questo nucleo di venticinque rilievi presenta un duplice interesse: da un lato la catalogazione seguendo il tracciato dell'Istituto Centrale per il Catalogo e la documentazione, dall'altro consente l'approfondimento iconografico ed iconologico di queste immagini, individuando gli elementi costitutivi, l'azione, gli strumenti musicali, assieme ad una nota sul contenuto musicale e filosofico delle stesse.

Ѐ stato in tal modo possibile ricostruire un quadro sia generale, che particolareggiato, includendo un aspetto, quello musicale, che potrebbe nel tempo avere una maggiore evidenza sulla piattaforma Sigec web.